School of Culture and Communication - Research Publications

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    Giovanni Paolo Panini architetto in Santa Maria della Scala a Roma
    Marshall, D (Università Mediterranea di Reggio Calabria, 2020)
    Il progetto architettonico della cappella di Santa Teresa nella chiesa di Santa Maria della Scala in Trastevere (1734-1745) è stata attribuita a Giovanni Paolo Panini, notissimo pittore, sia a suo figlio Giuseppe, architetto, poi autore delle cantorie e della bussola all’ingresso principale (1756). Questo articolo conferma l’attribuzione del progetto della cappella − nonché del disegno del pavimento marmoreo della chiesa − a Giovanni Paolo, che prestò i suoi servizi gratuitamente per i committenti carmelitani scalzi. Già prima del 1732, il priore fra Bernardo di San Tommaso d’Aquino ottenne da Panini un modello (forse per le pareti laterali) per il rifacimento delle preesistenti decorazioni lignee della cappella. Il 25 marzo 1733 il contratto stipulato dallo scultore Camillo Zaccaria faceva riferimento al progetto e alla direzione di Panini. Il progetto, approvato il 26 giugno 1734, doveva essere attuato con un lascito testamentario del cardinale Alessandro Falconieri, titolare della chiesa, con il supporto del Cardinale Vicario di Roma, Giovanni Antonio Guadagni, carmelitano scalzo. I lavori procedettero secondo i piani di Panini, anche se nel 1735 si decise di sostituire con decorazioni in rilievo gli specchi inizialmente da lui ideati per le pareti laterali. Nel maggio 1737 furono poste in opera le due colonne di verde antico al lato destro dell’altare, che fu consacrato solo il 2 ottobre 1745 dal cardinale Guadagni, al termine delle opere di decorazione che videro impegnati scultori primari come Giuseppe Lironi, Filippo Della Valle, Giovanni Battista Maini e Michelangelo Slodtz. Dodici giorni dopo la cappella fu inaugurata alla presenza di papa Benedetto XIV.
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    Editorial
    Malano, HM ; Yoon, KS (Wiley, 2016-10-01)
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    Reviews of Maria Antonella Fusco and Nicoletta Ossanna Cavadni (eds), Luigi Rossini 1790–1857. Incisore. Il Viallio Segreto /Engraver. The Secret Journey, Ciniselllo Balsamo, Milan: Silvana Editoriale, 2014 and Alberto Caldana, with studies by Mario Bevilacqua, Marcello Fagiolo and Clemente Marigliani, introduction by Howard Burns, Roma Antica: Piante topografiche e vedute generali, Vicenza: Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, 2013
    Marshall, D (Print Quarterly Publications, 2016)
    Reviews of Maria Antonella Fusco and Nicoletta Ossanna Cavadni (eds), Luigi Rossini 1790–1857. Incisore. Il Viallio Segreto /Engraver. The Secret Journey, Ciniselllo Balsamo, Milan: Silvana Editoriale, 2014 and Alberto Caldana, with studies by Mario Bevilacqua, Marcello Fagiolo and Clemente Marigliani, introduction by Howard Burns, Roma Antica: Piante topografiche e vedute generali, Vicenza: Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, 2013
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    Monsignor de Canillac's macchina for the Festa in Piazza Farnese to Honour the Marriage of the Dauphin of France and the Infanta of Spain in 1745
    Marshall, DR (Università Mediterranea di Reggio Calabria Dipartimento PAU, 2018-01-01)
    Giovanni Paolo Panini’s unfinished Festa in Piazza Farnese to Honour the Marriage of the Dauphin of France with the Infanta of Spain, recently exhibited at the Getty Museum in the exhibition Eyewitness Views: Making History in Eighteenth-Century Europe, was made for the commissioner of the festa, Monsignor de Canillac. It shows the macchina as executed, which differed in a number of ways from the print by Louis-Joseph Le Lorrain, a pensionnaire at the French Academy in Rome, which was published in advance of its construction. Because the festa was delayed, the first macchina of the festival of the Chinea for Prince Colonna, which took place in the same piazza, was scrapped and replaced by one that re-used the armature of Canillac’s macchina. It is possible to infer the approximate form of this armature, part of which is visible in the painting (but not the print) as a tree-trunk. This raises the question of the nature of the second Chinea macchine, which were the main feature of the second day of the festival: after 1751 they re-used the armature of the first macchina, but prior to this many, if not all, may have been paintings rather than architectural structures.
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